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Tribunale Salerno

Giustizia e cantieri a Salerno: tra pubbliche e private, ecco le opere messe sotto inchiesta dalla magistratura

La Giustizia che fa rima con i cantieri a Salerno.

E se la città fosse una cartolina, lo spazio centrale sarebbe occupato dal Crescent, l’edificio a mezzaluna di Bofill sequestrato dalla magistratura e realizzato – sostiene la procura – per avvantaggiare i privati dietro l’apparenza del perseguimento di un interesse pubblico: 30 indagati, tra cui il sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca. Sullo sfondo, poi, si potrebbero intravedere altre delle opere (pubbliche, stavolta) progettate per cambiare l’assetto urbanistico della città e avvicinarla di più agli standard europei. Tutti gli standard, eccetto quelli della giustizia. Perchè a Salerno il ritardo della magistratura supera di gran lunga i tempi delle imprese e della realizzazione delle opere che si sono aggiudicate.

piazza Cavour

piazza Cavour

L’ultimo intervento della giustizia è recente e riguarda piazza Cavour. Da due settimane i finanzieri della sezione navale sono negli uffici della Soprintendenza per acquisire documenti relativi al progetto dell’autorimessa al di sotto della piazza ad opera della l’Andreozzi costruzioni e de La Fenice immobiliare. Un progetto bocciato dalla Soprintendenza, a cui poi ha posto il veto definitivo il Tar di Salerno bloccando, per il momento, la realizzazione di 236 posti di parcheggio pubblico e 90 box privati. L’inchiesta è nata da un esposto firmato dal gruppo Figli delle chiancarelle.

Qualche settimana fa è toccato a un’altra grande opera pubblica ricevere la visita della magistratura. I Noe hanno sequestrato l’impianto di calcestruzzo del gruppo Marinelli montato nel cantiere di Porta Ovest, dove la Tecnis sta realizzando una serie di gallerie nella montagna che dovranno collegare lo scalo marittimo con l’autostrada. L’attività di produzione del calcestruzzo, per la procura non sarebbe autorizzata alle emissioni in atmosfera e i responsabili della società Italsud, insieme a dirigenti del Comune di Salerno e dell’Autorità Portuale, sono finiti sotto inchiesta.

piazza della Libertà

piazza della Libertà

Prima ancora, a dicembre scorso, c’è stato il sequestro di piazza della Libertà, da cui sono venute fuori due inchieste. La prima legata al crollo della piazza, con dieci imputati (tra tecnici, imprenditori e dirigenti pubblici di recente rinviati a giudizio) per rovina di costruzioni. La seconda, invece, attiene all’uso, allo smaltimento e al trasporto di materiali di risulta: diciannove indagati (sempre imprenditori e tecnici) per violazione della normativa sui rifiuti.

E infine c’è la questione termovalorizzatore, un’opera che esiste solo nelle carte giudiziarie della procura, della giustizia amministrativa e della Corte dei Conti. L’inchiesta per peculato, che coinvolge il sindaco De Luca e due dirigenti comunali per la nomina del project manager è già a processo, ma l’ennesimo esposto giace in procura. Ed è quello relativo ai milioni – quasi nove – sborsati dall’allora commissario straordinario De Luca per l’esproprio dei terreni privati. Suoli pagati a peso d’oro, come quella vecchia piantagione di susine, i cui conti però non tornano. Il Comune stima 20.300 piante di susine per due milioni e mezzo di indennizzo e la Provincia di Salerno ne conta 1.980 per 46.173 euro. Poi c’è la contraddizione sui manufatti e sul ripristino dello stato dei luoghi. Solo una cosa manca: l’inceneritore.

 

© Angela Cappetta Tutti i diritti riservati

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