Dal caso Mastursi nasce la trattativa “salva De Luca”. E anche il governatore della Campania finisce sotto inchiesta della Procura di Roma.
Le carte giudiziarie parlano di sette indagati per corruzione e rivelazione di segreto. Sette protagonisti di una storia basata su una “trattativa” in cui Vincenzo De Luca però riveste il duplice ruolo di indagato e parte lesa.
Al centro di questa storia c’è la nomina di dirigente dell’ufficio Affari Legali dell’Asl Na1.
Incarico ambito da Guglielmo Manna, avvocato napoletano e marito di Anna Scognamiglio, la componente del collegio del Tribunale civile di Napoli che, a luglio scorso, ha salvato il governatore dalla sospensione imposta dalla legge Severino.
L’ex capo staff della segreteria di De Luca, Nello Mastursi, con la complicità di due infermieri (che risultano indagati), avrebbe portato avanti la trattativa “salva De Luca”: il giudice avrebbe pensato al provvedimento favorevole all’ex sindaco di Salerno condannato in primo grado per abuso d’ufficio mentre suo marito sarebbe diventato il capo degli Affari legali dell’ASL napoletana.
Della presunta trattativa avrebbe fatto parte anche il direttore dell’ospedale Santobono di Napoli.
De Luca – e qui subentra nel suo ruolo di parte offesa – non avrebbe saputo niente degli accordi presi da Mastursi. Ma, una volta scoperto, il governatore non avrebbe sporto denuncia, sebbene vittima di un ricatto.
Ora, Guglielmo Manna è responsabile dell’ufficio legale del Santobono di Napoli.
De Luca è governatore della Campania sulla base del provvedimento del Tribunale civile di Napoli, che porta anche la firma della moglie di Manna.
E Nello Mastursi è stato capo staff in Regione Campania fino a qualche giorno fa.
Se questa sia realmente la trattativa “salva De Luca”, spetta solo alla Procura di Roma accertarlo. Ma lo scandalo è ben che scoppiato. E anche in tempi record.
© Angela Cappetta Tutti i diritti riservati