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Massimo Ghini a Salerno
Massimo Ghini a Salerno

Crac Ifil, per De Luca jr e Mario Del Mese l’accusa di bancarotta è sempre più vicina

E’ tanto formale quanto scomoda.

Formale perchè il Tribunale fallimentare di Salerno ha ratificato la decisione sul crac della società di Mario Del Mese pronunciata dalla Corte d’Appello ad aprile scorso.

Scomoda perchè nel crac è coinvolto anche Piero De Luca, componente della direzione nazionale Pd e figlio del candidato governatore democrat, e i biglietti per il Lussemburgo che la Ifil avrebbe pagato a lui e sua moglie per un totale di circa 24.000 euro.

Formale ma non scontata perchè, prima della sentenza di secondo grado, lo stesso Tribunale fallimentare (con collegio diverso) aveva respinto per ben due volte la richiesta di fallimento del pm di Salerno, Vincenzo Senatore.

Scomoda perchè un referendario della Corte di giustizia europea adesso rischia di finire a processo con l’accusa di bancarotta fraudolenta proprio nel momento in cui suo padre Vincenzo combatte con la Legge Severino nella corsa alla ricerca del consenso elettorale.

Ma la ratifica della Fallimentare è scomoda anche per Mario Del Mese, che ha già patteggiato una condanna per bancarotta fraudolenta nel crac Amato.

A settembre comincerà la procedura fallimentare vera e propria con la ricognizione dei debiti della società di intermediazione mobiliare, che a Salerno ha lavorato in due cantieri pubblici legati al Comune: piazza della Libertà e Cittadella giudiziaria.

Fino ad allora, la procura avrà fatto già le prime mosse: la richiesta di rinvio a giudizio certamente sarà inoltrata.

 

© Angela Cappetta Tutti i diritti riservati

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