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Crescent di Salerno, il dissequestro non influenzerà il processo

Nella vicenda del Crescent di Salerno, la premessa è chiara: la decisione sul dissequestro non condizionerà l’esito del processo che si sta svolgendo a Salerno e che vede il governatore De Luca e la sua ex giunta comunale accusati di abuso d’ufficio e lottizzazione abusiva, insieme a funzionari e dirigenti del Comune di Salerno e della Soprintendenza.

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Eppure i sigilli, all’opera di Bofill, sono stati tolti dopo più di due anni di stop forzato, e così i costruttori Rainone possono riaprire il cantiere. A prendere questa decisione è lo stesso collegio che dovrà giudicare sul caso Crescent di Salerno legato all’autorizzazione paesaggistica (del 2008) annullata dal Consiglio di Stato cinque anni dopo.

I giudici salernitani motivano la loro scelta in questo modo:

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E lo fanno in contrasto al parere negativo espresso dai pubblici ministeri Rocco Alfano e Guglielmo Valenti, che hanno fatto ricorso in Cassazione contro l’ordinanza del Tribunale del Riesame di ottobre scorso. Il Tribunale delle Libertà aveva relegato il presunto illecito al pagamento di oneri di urbanizzazione (su piazza della Libertà) inferiori rispetto a quanto dovuto.

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Il risultato della premessa resta comunque questo: i costruttori si impegnano a pagare 6 milioni di oneri di urbanizzazione, rateizzate in cinque tranche con tanto di polizza fideiussoria da aprire, e in cambio il Comune di Salerno rilascerà il nuovo permesso a costruire.

Trovato l’accordo, il 19 gennaio si torna in aula: dura lex sed lex.

 

© Angela Cappetta Tutti i diritti riservati

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