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Piero De Luca
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Ifil, indagati Piero De Luca e Mario Del Mese. Le accuse: evasione fiscale e bancarotta fraudolenta

Ifil: altra inchiesta, altre accuse. L’origine di tutto è ancora una volta il crac Amato e il processo per bancarotta fraudolenta che si sta tenendo al Tribunale di Salerno.

Stavolta sul fascicolo di inchiesta c’è scritto il nome della società di Mario Del Mese – da un po’ di tempo in liquidazione – che ha lavorato al pastificio Amato, a piazza della Libertà e alla Cittadella Giudiziaria di Salerno.

Al figlio del sindaco Vincenzo De Luca, Piero (già indagato con il padre per corruzione), il pubblico ministero Vincenzo Senatore contesta il reato di concorso in bancarotta fraudolenta. Il nipote dell’ex democristiano Paolo Del Mese, Mario, invece, dovrà rispondere anche di evasione fiscale.

Nel registro degli indagati sono finiti anche Vincenzo Lamberti (socio della Ifil e cognato di Mario), Emilio Ferraro (ex socio di studio legale di Piero De Luca) e Luigi Avino che, negli anni, si sono alternati nella compagine societaria della Ifil.

L’evolversi dell’inchiesta – arrivata alla seconda proroga di indagini – sulla presunta bancarotta fraudolenta (che riguarda Piero) dipende dal destino giudiziario della società di Mario Del Mese. Destino che la Corte d’Appello di Salerno continua a ritardare. Ieri c’è stato il terzo rinvio e chissà se il 27 novembre prossimo i giudici decideranno sul caso.

La prima richiesta di fallimento della società di Del Mese risale a dicembre 2012, quando il pm Senatore si rivolge al Tribunale fallimentare. Il giudice delegato Giorgio Jachia (lo stesso che ha dichiarato il crac dell’Amato spa) rigetta la richiesta: la Ifil è debitrice nei confronti dello Stato (Agenzia delle Entrate) che però non ha mai recriminato il proprio credito, quindi niente crac.

Ma la procura insiste in due direzioni: propone appello al rigetto e inoltra una seconda richiesta di fallimento basata sulla mancanza di scritture e libri contabili della società, a cui viene contestata anche la sede in cui ha esercitato. Anche in questo caso Jachia rigetta. Ma il ricorso in appello prosegue la sua strada. Tortuosa. Da aprile 2013 a ieri, l’udienza ha subito tre rinvii. Ieri mattina il giudice relatore Michele Videtta era assente.

La Ifil è una srl costituita ad ottobre 2010 con un capitale sociale di diecimila euro ed è la stessa società che avrebbe pagato i biglietti per il Lussemburgo alla madre e alla moglie di Piero De Luca e che avrebbe sostenuto anche le spese di viaggio dell’attore Massimo Ghini arrivato a Salerno per aprire la campagna elettorale del 2011 di Vincenzo De Luca. Fatti questi contestati anche nelle indagini per corruzione che pure vedono coinvolto il nipote dell’ex presidente della commissione finanza del governo Prodi. Ma questa è un’altra storia di cui ancora non si conosce il destino.

 

© Angela Cappetta Tutti i diritti riservati

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