L’inchiesta piazza della Libertà apre uno squarcio anche sulla situazione finanziaria del Comune di Salerno. E non solo.
Partiamo dai soldi in cassa, che sono pochi. Lo dice Vincenzo De Luca a suo figlio Piero il 12 marzo 2013. Le sue parole non lasciano margini di dubbio, riferendosi ai pilastri della sua amministrazione: dismissione di terreni e società partecipate.”Stiamo vedendo di fare un po’ di soldi là, vendita aree, società miste – ammette – vediamo che cazzo dobbiamo fare, là non ci sta più una lira“.
Che le casse piangono lo sanno anche gli imprenditori della Esa costruzioni, i fratelli Esposito, che faticano non poco a farsi pagare gli stati di avanzamento dei lavori. Si tratta di milioni di euro, mica bruscolini, e al Comune questi soldi non ci sono. Col rischio che “salta pure il bilancio“.
Il 3 luglio 2012, Armando Esposito chiede all’ex sindaco di Salerno il pagamento di alcuni Sal. De Luca è sincero nel dirgli che la situazione economica non è delle migliori e che tutto dipende dallo stanziamento dei fondi europei per le opere pubbliche in corso.
Però ci sarebbe la garanzia avuta dall’allora ministro Fabrizio Barca di sbloccare i fondi “in tempo rapidi“. De Luca aggiunge di aver spiegato anche al ministro che il Comune potrebbe accelerare i pagamenti. Ma non può farlo perchè “se io accelero la spesa e poi non mi vengono riservati i fondi europei, io passo un guaio che vado in dissesto, sennò mi fai saltare il bilancio, questo è il cazzo del meccanismo“.
Neanche l’intercessione di Fulvio Bonavitacola riesce a sbloccare i pagamenti del Comune a favore della Esa. Tanto che il dirigente Adolfo Salsano, al telefono con un collega, sospira dicendo: “menomale, ho avuto ragione a non accordare in favore degli Esposito i pagamenti richiesti da Bonavitacola“. Pochi minuti prima era stato proprio l’attuale governatore a chiamare Salsano, ordinandogli di bloccare i pagamenti.
Intanto, però, gli imprenditori si mostravano sempre a disposizione dei politici. A fine aprile 2012, Alfonso Buonaiuto, assessore al Bilancio e consigliere politico alla Regione di De Luca, manifesta ad Enrico Esposito l’intenzione di trascorrere il primo week-end di maggio ad Acciaroli, dove il fratello di Enrico, Luigi, gestisce l’albergo La Pineta.
Due notti per cinque persone al costo di 484 euro. “Troppo alto” dice Buonaiuto, ma Esposito va incontro all’assessore e decide di accollarsi le spese del fine settimana, dando istruzioni alla reception dell’albergo di mettere il conto a carico della sua società, la Società Italiana Giochi.
Per ricambiare il piacere, Buonaiuto intercederà più volte con un dirigente di Unicredit per garantire altri affidi all’impresa coinvolta nei lavori e nell’inchiesta piazza della Libertà.
Qualche mese dopo è il presidente di Salerno Energia, Fernando Argentino che si rivolge ad Enrico Esposito. Sua figlia, con i nipoti, vorrebbe affittare un ombrellone ad Acciaroli e avrebbe bisogno anche di un posto auto per tutto il mese di agosto.
Nonostante Enrico sia impegnato nella campagna elettorale per le elezioni amministrative di Nocera Inferiore (perchè candidato al consiglio in lista Pd), il costruttore si mette a disposizione, sebbene controvoglia. Parlando con la reception de La Pineta, Esposito chiede un posto ombrellone “anche in ultimissima fila“. Costo 775 euro. “Questo lo insaponiamo – si sfoga al telefono Enrico – perchè questo è uno che mi ha rotto il cazzo“. La figlia di Argentino avrà l’ombrellone ad Acciaroli sempre a spese della Società Italiana Giochi di Esposito.
Fernando Argentino non è coinvolto nell’inchiesta piazza della Libertà, a differenza di Buonaiuto.
Anche l’ex sindaco sembra aver spedito un plico “ per conto suo privatamente” ad alcune persone, dando mandato al responsabile del settore finanziario, tramite la sua segretaria, a pagare 500 euro di spedizione. Tra una telefonata e l’altra tra i dipendenti comunali, sorge il dubbio che, in realtà, quel plico appartiene al figlio del sindaco, Piero.
“Pronto, allora è De Luca Piero?“. “Si, De Luca Piero“. “Si, perchè in effetti quando arrivano cambiano loro sul mittente, va bene?“. “Si si, fagli cambiare…metti De Luca Piero“.
© Angela Cappetta Tutti i diritti riservati