NEWS
Home / INCHIESTE / Jolly Hotel Salerno, Mario Del Mese voleva comprare l’albergo demolito per fare spazio al Crescent
L'ex Jolly Hotel Salerno
L'ex Jolly Hotel Salerno

Jolly Hotel Salerno, Mario Del Mese voleva comprare l’albergo demolito per fare spazio al Crescent

L’affare del Jolly Hotel Salerno l’aveva intuito: comprare albergo e terreno, demolire la struttura e costruire quella parte del Crescent che l’ingegnere Rocco Chechile non ha ancora realizzato.

Acquistando albergo e terreno, sarebbe diventato titolare dei diritti edificatori e di conseguenza proprietario degli appartamenti, negozi e uffici previsti dal piano urbanistico del Comune di Salerno.

Mario Del Mese

Mario Del Mese

E’ il 2009 quando Mario Del Mese fa la sua proposta a Chechile che, frattanto, ha realizzato il Grand Hotel Salerno.

Il nipote dell’ex democristiano Paolo avrebbe offerto circa 13 milioni per l’acquisto del Jolly Hotel Salerno. Ma ad acquistare la struttura non sarebbe stato Mario direttamente, ma la Ifil, la società fallita ad aprile scorso.

La Ifil, in quel periodo, viveva un momento di fervore economico. Costituita da poco, la società si era accreditata nella famiglia Amato per vendere gli appartamenti che sarebbero dovuti nascere sulle ceneri del vecchio pastificio e si era introdotta nei cantieri pubblici di piazza della Libertà e della Cittadella Giudiziaria: i fiori all’occhiello del Comune di Salerno.

Quello era anche il periodo in cui Mario Del Mese avrebbe frequentato spesso e volentieri l’ufficio dell’allora sindaco di Salerno, dove aveva libero accesso, come più volte ha sottolineato il consigliere di opposizione Roberto Celano in una interrogazione sui rapporti tra il “faccendiere” – come lo ha definito il gip di Salerno che ha accettato il patteggiamento a tre anni di Mario nel crac Amato – e i De Luca.

Mario Del Mese con Vincenzo De Luca

Mario Del Mese con Vincenzo De Luca

Quelli erano gli anni in cui Del Mese jr partecipava attivamente alla campagna elettorale alle regionali di Vincenzo De Luca, chiedendo a Peppino Amato jr di pagare le fatture della società che aveva prodotto i gadget elettorali per il comizio di piazza del Plebiscito a Napoli.

Ma erano anche gli anni in cui la Ifil ha pagato i biglietti aerei per il Lussemburgo a Piero De Luca e a sua moglie per un importo di circa 24.000 euro e ha sponsorizzato l’arrivo a Salerno dell’attore Massimo Ghini che ha partecipato, come guest star, al comizio di apertura di un’altra campagna elettorale di Vincenzo De Luca: le amministrative del 2011.

Poi, il crac Amato ha rivoltato il destino della Ifil. Mario ha patteggiato la pena per bancarotta a tre anni e si è ritrovato indagato per corruzione nella storia dei gadget elettorali del 2010 e in una seconda presunta bancarotta per il fallimento della sua società, trascinandosi dietro anche il figlio dell’ex sindaco di Salerno.

L’affaire del Jolly Hotel Salerno non gli è riuscito. E sui terreni dell’ex albergo non è stata costruita l’ultima ala del Crescent. Chechile, del resto, non ha chiesto neanche il dissequestro del cantiere.

 

© Angela Cappetta Tutti i diritti riservati

Lascia un Commento