Il Piano di gestione delle terre e delle rocce da scavo di piazza della Libertà è costato al Comune di Salerno un milione e 60.000 euro. Redatto dalla Lotti associati, il piano prevedeva la produzione di 25.000 metri cubi di materiale, di cui settemila sarebbero dovuti essere reimpiegati nel cantiere, mentre gli altri 18.000 sono finiti in discarica, a Montecorvino Pugliano (nella discarica del clero di Colle Barone, gestita dai Picentino) e a Coperchia (nel sito gestito a Pellezzano dalla Me.Ca. Meridionali cave srl. In realtà di metri cubi, in discarica ne sono arrivati 46.700.
A Colle Barone sversavano i camion della Ge.pa. costruzioni srl, a cui la Esa aveva dato in sub-appalto il trasporto e lo smaltimento dei materiali. La Ge.pa. è una delle ditte di Franco Marrazzo, imprenditore di Pagani, coinvolto e assolto nel processo di camorra Linea d’Ombra insieme all’ex consigliere regionale Pdl Alberico Gambino, coinvolto e assolto in un altro processo di camorra con i Fezza-D’Auria-Petrosino, ma colpito da interdittiva antimafia per via di un’altra ditta che gestiva. L’altra impresa era la Mar.sal, che pure ha lavorato nel cantiere di piazza della Libertà per i lavori di pavimentazione, sempre sub-appaltata da Esa, ma poi esonerata dall’incarico (con una risoluzione del contratto) dopo l’interdittiva riconosciuta dalla Prefettura. Marrazzo, insomma, è uscito da una porta ed è entrato dall’altra. Con fatture incassate per 144.857 euro e per un sub-appalto, dice il consulente della procura di Salerno, Luigi Boeri, non autorizzato dalla stazione appaltante, cioè dal Comune di Salerno.
Autorizzazioni a parte, la Ge.pa ha a sua volta sub-appaltato il trasporto di qualche metro cubo di materiale. E qui entra in gioco di nuovo la Sarno costruzioni srl, di Giuseppe Picentino, parente di Bruno Picentino e gestore della cava di Colle Barone presa in affitto dall’Istituto interdiocesano per il sostentamento del clero di Salerno. A un certo punto compare una terza ditta che lavora a Colle Barone: è la Alpi srl di Cava de’Tirreni (ora in liquidazione), che pure ha sottoscritto un secondo contratto di fitto con l’ente ecclesiastico per deposito di materiali e attrezzature varie. Alla Sarno costruzioni sono andati 33.077 euro.
Infine, altri 75.150 euro sono stati erogati all’impresa individuale di Nocera Inferiore di Mario Califano. L’impresa di Nocera ha trasportato nella cava di Coperchia 16.700 metri cubi di terre e rocce da scavo da piazza della Libertà. E ognuno di loro ha guadagnato per il lavoro svolto. Senza alcuna autorizzazione.