La processione di San Matteo mette d’accordo tutti.
Riesce a far dimenticare anche le polemiche dello scorso anno quando si è rischiato che i Santi non uscissero e, a poche settimane dal suo insediamento, il procuratore capo di Salerno, Corrado Lembo, aprì d’ufficio un’inchiesta per vilipendio e turbativa di funzione religiosa: 20 indagati – tra portatori e fedeli – e il dubbio di contaminazioni camorristiche nelle tradizioni della processione.
Per la Procura di Salerno, le giravolte delle statue verrebbero fatte nei luoghi dove anni addietro sono morti alcuni capo clan salernitani, come Berardino Grimaldi (ucciso nel 1996 a piazza Portanova), il fratello di Lucio ‘o vampiro (piazza Cavour a Lungomare nel 2002) e Lucio Esposito (genero di Consolato Grimaldi, assassinato nel 1998 in un circolo di Porta Rotese).
Dopo un anno, tra l’arcivescovo Luigi Moretti e le paranze la pace è siglata. La Chiesa perdona, si sa. Ma la Procura?
Alla processione di San Matteo, i portatori sono gli stessi dello scorso anno. Indagati e non.
Le giravolte delle statue hanno rispettato i luoghi della tradizione. I politici, anche se pochi rispetto agli anni passati, hanno avuto la loro passerella. Le istituzioni militari hanno partecipato in massa.
E perfino l’ingresso al Comune è rientrato negli accordi. Certo, la trattativa ha dato l’ok solo al braccio del Santo protettore di Salerno. Ma quel che conta è la benedizione.
Allora, se tutto è stato fatto come lo scorso anno, che piega prenderà l’inchiesta sui disordini passati che rischiarono di far saltare la processione?
Ne sarà aperta una seconda per contestarne la recidiva (alle intenzioni)? O al processo (che comincerà ad ottobre) l’intesa ritrovata tra Curia e paranze sarà usata come una prova a difesa degli imputati?
Quasi a voler dire pace fatta in Cielo come in Terra?
© Angela Cappetta Tutti i diritti riservati