Il sindaco Vincenzo De Luca è stato assolto dalle accuse di falso e truffa per la delocalizzazione delle Manifatture Cotoniere Meriodionali di Gianni Lettieri. La sentenza di primo grado è arrivata questa sera ed è stata letta dal Giudice Ubaldo Perrotta.
Tutti assolti anche gli altri 13 imputati, tra cui Gianni Lettieri, Mario De Biase, Alberto Di Lorenzo (capo staff sindaco) e Bianca De Roberto (dirigente). Tutti gli imputatati avevano rinunciato alla prescrizione. Del resto il pm Vincenzo Montemurro, che aveva ereditato il processo da Gabriella Nuzzi, aveva chiesto l’assoluzione per tutti!
La procura di Salerno cominciò ad indagare sulla delocalizzazione delle Mcm nel 2005 con l’ex pm Gabriella Nuzzi, punita dal Csm dopo lo scontro con la procura di Catanzaro sul caso De Magistris, che chiese tre volte l’arresto di De Luca senza ottenerlo mai. La giunta per le autorizzazioni della Camera, a inchiesta inoltrata, poi decise di bruciare le intercettazioni in cui era coinvolto l’allora deputato Ds. Ma le indagini andarono comunque avanti e sotto inchiesta finirono due delibere del consiglio comunale la 71/2003 e la 16/2004, approvate con il voto contrario dell’allora Cdl, di Verdi e Rifondazione, e che garantivano alla società Salerno Invest di poter avviare l’intervento a Fratte. La manovra urbanistica prevedeva la delocalizzazione delle Cotoniere in zona Asi e, contemporaneamente, la realizzazione a Fratte di una struttura polivalente, con annessa galleria commerciale e supermercato Coop, nonché il recupero della palazzina Liberty. L’intervento di riqualificazione sarebbe costato 110 milioni di euro e avrebbe offerto lavoro a 1500 persone. Dieci i falsi individuati dagli inquirenti, commessi tra il 2002 e il 2004, nonché la truffa aggravata a carico, secondo la pubblica accusa, dagli amministratori pubblici e dall’imprenditore Lettieri nel 2003. L’ex assessore all’urbanistica, Fausto Martino, poi sfiduciato dal consiglio, raccontò anche di un incontro tra Lettieri, De Luca e alcuni tecnici, in cui l’industriale napoletano avrebbe ammesso di voler de localizzare l’attività perché in quella zona non ci sarebbero state prospettive industriali.