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Il sindaco di Salerno Vincenzo De Luca

Processo SeaPark, ad aprile De Luca in aula per spontanee dichiarazioni

Segnatevi questa data: 14 aprile 2015. Perchè quel giorno, Vincenzo De Luca, varcherà per la prima volta la soglia di un’aula del Tribunale di Salerno.

L’aula è quella della seconda sezione penale dove, da anni, si recita la messa in scena di un processo già prescritto e strettamente collegato ad un caso (McM-Manufatture Cotoniere Meridionali) risoltosi con una sentenza di assoluzione.

Il caso è quello relativo al SeaPark, il mega parco marino che doveva essere costruito a Salerno laddove una volta c’era la vecchia Ideal Standard, la fabbrica di sanitari che, invece, della delocalizzazione ha visto solo la chiusura e centinaia di mobilità che vengono prorogate da anni ai suoi ex dipendenti.

Forte della vittoria alle primarie del Pd, dei silenzi e dell’ignavia decisionale dei democrat romani, De Luca adesso tenta di sfidare anche la giustizia. Perchè se è vero che molto spesso i processi si tengono sui giornali, anzichè nelle aule di giustizia, è altrettanto certo che spesso le campagne elettorali si fanno nei Tribunali.

E quale modo migliore sarebbe affrontare la campagna elettorale alla vigilia dell’apertura ufficiale se non presentandosi pubblicamente di fronte ai giudici chiamati a decidere sulle sue eventuali responsabilità?

Lui, Vincenzo De Luca, che ha sempre schivato i palazzi della Giustizia, attaccando chi lo ha condannato per abuso d’ufficio nella vicenda termovalorizzatore e esaltando chi, al contrario, al Tar ha sospeso la sospensione derivata dalla Legge Severino, adesso ha deciso di rendere spontanee dichiarazioni.

L’ultima volta che si è trovato di fronte ad un pubblico ministero è stato tempo fa per chiarire la sua posizione durante le fasi di indagine dell’inchiesta sull’inceneritore di Salerno e sulla nomina del suo fido capostaff a project manager dell’opera. Il pm allora era Roberto Penna, lo stesso che in primo grado ha ottenuto una condanna – se non per peculato, come in origine – per abuso d’ufficio.

Adesso il sindaco decaduto di Salerno cambia strategia e si presenta ai magistrati. Cambierà strategia anche con i giornalisti, dimenticando di preferire le zeppole ai giornali, e rispondendo a tutte le domande, anche quelle scomode: film già visto cinque anni fa, sempre durante la campagna elettorale per le Regionali.

Ma ritorniamo al processo SeaPark. Nonostante alcuni reati prescritti, restano in piedi le due ipotesi di accusa più gravi, quella relativa all’associazione a delinquere e alla concussione che, a dicembre 2005, fecero tremare Palazzo di Città, con l’ex pm Gabriella Nuzzi che chiese per tre volte l’arresto di Vincenzo De Luca (allora deputato Ds) e l’utilizzo delle intercettazioni che lo riguardavano. Richiesta a cui la Giunta per le autorizzazioni, grazie anche al voto contrario all’utilizzo di Edmondo Cirielli (FdI), non diede mai il via libera.

Nel 2010, il suo vecchio-nuovo sfidante Stefano Caldoro concentrò la sua campagna elettorale sui problemi giudiziari di De Luca. Ora che il quadro si è arricchito di nuovi processi, come il Crescent (abuso d’ufficio e lottizzazione abusiva), e di nuove inchieste, come piazza della Libertà (falso in atto pubblico) e lo strascico del crac Amato (concussione per contributi al comizio di piazza del Plebiscito), De Luca corre come un treno incontro alla giustizia.

Non appare spaventato neanche delle conseguenze della Legge Severino in caso di vittoria: da un lato può presentare un nuovo ricorso al Tar da governatore stavolta (non più da sindaco) e dall’altro può sperare nella celerità della Corte Costituzionale chiamata in causa già dal sindaco di Napoli Luigi de Magistris.

Del resto, di fronte a un Pd indifferente perfino alle pronunce dei giudici e incoerente con i proclami di autoreferenzialità dopo il varo della legge che introduce la responsabilità civile dei magistrati, uno come Vincenzo De Luca può permettersi il lusso della sfida e, forse, anche della vittoria.

 

© Angela Cappetta Tutti i diritti riservati

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