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Vincenzo De Luca
Vincenzo De Luca

De Luca, le Procure lo bacchettano: chiesti tre anni di condanna per peculato e la decadenza da sindaco

De Luca: quella ordinaria ne chiede la condanna a tre anni. Quella generale ne invoca la decadenza.

Più che il D-day, come è stato battezzato mediaticamente, oggi è stato il giorno della Procura di Salerno. Delle due Procure: quella ordinaria, impegnata nel processo per peculato sulla realizzazione del termovalorizzatore di Salerno (mai costruito), e quella generale, protagonista dell’udienza in Corte d’Appello – civile – sulla decadenza del sindaco (decisa già in primo grado).

Gli eventi e le coincidenze, stavolta, non sono state a favore del sindaco di Salerno. Eppure il D-day era cominciato con lo slittamento dell’udienza preliminare per il Crescent (sequestrato quasi un anno fa) a causa dell’assemblea degli avvocati, convocata dalla Camera penale salernitana, sui lunghi ritardi di processi di secondo grado fissati nel pomeriggio. Se ne riparlerà i prossimi 23 e 31 ottobre.

Qualche ora dopo, in una diversa Corte d’Appello – quella civile – si cerca di prendere altro tempo per decidere sulla decadenza dovuta al doppio incarico sindaco-viceministro senza deleghe ricoperto durante il governo Letta. La legge detta tempi lunghi 80 giorni che i giudici, però, possono accorciare. E, infatti, vengono dimezzati. Il colpo di scena, però, lo firma il sostituto della procura generale che si allinea all’ordinanza di primo grado e chiede la decadenza del sindaco da quando ha giurato come viceministro di fronte al Presidente della Repubblica.

Nel pomeriggio, poi, nella seconda sezione penale del Tribunale di Salerno, il pm Roberto Penna sferza il secondo colpo, chiedendo una condanna di tre anni per il sindaco, il suo capo staff, Alberto Di Lorenzo e il dirigente comunale Domenico Barletta.

Nel quadro accusatorio, la posizione del primo cittadino e quella del suo capo staff si intrecciano in una vecchia ordinanza commissariale: la numero 4 del 18 febbraio 2008, con la quale De Luca nomina Alberto Di Lorenzo project manager dell’inceneritore.

L’ordinanza incriminata è la stessa in cui il dirigente del settore impianti e servizi tecnologici del Comune di Salerno, Domenico Barletta, ottiene l’incarico di responsabile unico del procedimento di progettazione e realizzazione dell’impianto.

A Di Lorenzo viene liquidato anche un compenso di circa 20mila euro lordi. “La nomina di Di Lorenzo – incalza il pm – è inutile, illegittima, illegale e dannosa“. Anonimo è l’esposto che ha messo in moto la procura.

Prima di Natale nessuno dei tre procedimenti sarà concluso. Prima di Natale il Partito Democratico dovrebbe già aver scelto il suo candidato alle Regionali o, quanto meno, dovrebbe aver indetto e svolto le primarie.

Giustizia ad orologeria? Chissà se qualcuno tirerà in ballo il vecchio cavallo di battaglia tanto caro a Silvio Berlusconi.

 

© Angela Cappetta Tutti i diritti riservati

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