NEWS
Home / NEWS / Salerno, processo al nigeriano: spuntano le prime contraddizioni
il sindaco De Luca contestato dai residenti durante l'arresto del nigeriano

Salerno, processo al nigeriano: spuntano le prime contraddizioni

Il processo al nigeriano è per Abdul Kareem Usman, venti anni. E’ arrivato in Italia tre anni fa dalla Nigeria. Ha preso un diploma da informatico e adesso sogna di fare il calciatore in una squadra napoletana che milita in prima categoria. Il contratto per cominciare a giocare è quasi pronto, ma Abdul rischia di non poterlo firmare.

Il ragazzo è stato arrestato il 3 novembre scorso per aggressione e resistenza a pubblico ufficiale: è lui il giovane protagonista, insieme al sindaco di Salerno Vincenzo De Luca e a due vigili urbani, del video postato dal gruppo Figli delle chiancarelle, che ha spopolato su Youtube (http://www.youtube.com/watch?v=VNaPt3cRTcY).

Ventiquattro ore in cella di sicurezza, prima di ottenere la scarcerazione e l’obbligo di dimora nel comune di Aversa, sulla cui revoca il giudice Ubaldo Perrotta deciderà tra massimo cinque giorni.

Abdul Kareem Usman non lo sa ancora, eppure questo giovane nigeriano multato per accattonaggio davanti ad un supermercato, rischia di diventare un caso pieno di contraddizioni in un processo giudiziario che è stato appena incardinato.

A sentire parlare il sindaco, Abdul è un delinquente. Dalla tribuna settimanale di Salerno Città Europea su Lira Tv (http://www.youtube.com/watch?v=MCXQKv-y9fA), De Luca dichiara di aver accertato che Abdul è un delinquente.

Le verifiche fatte dal Tribunale di Salerno, invece, provano il contrario: il giovane è incensurato.

Il sindaco ricostruisce ai telespettatori la cronaca di quella giornata di fronte al supermercato di via Capone. La sua versione è quella di un giovane che, non solo si è rifiutato di esibire i documenti richiesti dai vigili, ma “ha spaccato il setto nasale a un vigile e rotto una costola a un altro vigile a furia di gomitate“. “E – continua – mentre i vigili subivano le gomitate di questo, c’era quel tipo irresponsabile che faceva la ripresa col cellulare per mettere la prova dell’autoritarismo”.

Poi, però, in udienza si scopre che è stato proprio uno dei due vigili ad ammettere chiaramente che Abdul non aveva nessuna intenzione di colpirli: il suo unico intento era scappare e li avrebbe colpiti solo nel tentativo di liberarsi.

Lo ammette il vigile che ha riportato lesioni al naso. L’agente ha raccontato che quando Abdul è balzato fuori dall’auto della polizia municipale, il vigile si proteggeva il viso con le mani e lo scontro con la testa del giovane avrebbe fatto urtare violentemente le sue stesse mani contro il volto.

L’altro collega sarebbe stato travolto dal ragazzo in fuga: da qui la frattura di una costola.

Chi è allora Abdul Kareem Usman? Un delinquente come dice il sindaco De Luca o un giovane migrante (con tanto di permesso di soggiorno in attesa di riconvalida) che sta cercando di costruirsi un futuro?

Osservandolo bene, in quell’aula del Tribunale di Salerno, Abdul sembra un ventenne come tanti. Giacca a quadretti, pantalone scuro, scarpe da ginnastica ai piedi e una cartella di documenti in cui conserva anche il suo diploma da informatico.

Mentre il suo avvocato, Leopoldo Catena, chiede al giudice la revoca dell’obbligo di dimora, Abdul stringe forte a sè la sua cartellina. Capisce poco degli step di un processo. Sa solo che è stato arrestato. Che non gli era mai successo, neanche in Libia, dove, durante il tragitto del viaggio che lo avrebbe portato in Italia, ha visto scomparire un suo connazionale.

Non sa neanche a chi poter chiedere aiuto. A Salerno c’è chi ha visto e chi può testimoniare. Nel nome della verità e della giustizia.

 

© Angela Cappetta Tutti i diritti riservati

Lascia un Commento