Se fosse un libro si intitolerebbe “Salerno, Palazzo di Città“.
E, in effetti, così è stato: un centinaio di pagine di carta plastificata in cui si alternano immagini e parole. Immagini che raffigurano il Municipio (dentro e fuori) e parole messe per iscritto dall’ex sindaco Vincenzo De Luca e dall’ex soprintendente Giuseppe Zampino.
I due si ritroveranno qualche anno dopo senza titoli (De Luca è decaduto da primo cittadino e Zampino ha lasciato la Soprintendenza di Salerno) e con un processo sulle spalle, quello del Crescent e del famoso silenzio-assenso dell’allora soprintendente sull’autorizzazione paesaggistica bocciata due volte dal Consiglio di Stato.
Prima del tracollo onorifico e del processo, tra le polemiche e i ricorsi amministrativi, Vincenzo e Giuseppe avevano un solo obiettivo comune: rilanciare sempre più forte l’immagine della città e lasciare un’impronta indelebile della tanto pubblicizzata trasformazione urbanistica che avrebbe dovuto affiancarsi all’architettura tradizionale.
Ecco allora che la Soprintendenza di Salerno e il suo capo Giuseppe Zampino pensano di produrre una collana di libri per il progetto “Archivio per l’architettura moderna e contemporanea di Salerno“.
Dei sei volumi previsti, però, viene stampato e pubblicato solo il primo – “Il Palazzo di Città” – che all’amministrazione di Vincenzo De Luca costa 23.000 euro. Infatti, la sua giunta, nell’aprile 2010, delibera l’acquisto di 1.000 copie.
La Prefazione, ovviamente, è lasciata al sindaco “eterno” della città di Salerno, Zampino invece si diletta a commentarne tecnicamente la trasformazione urbanistica, senza tralasciare il Crescent. L’autorizzazione paesaggistica è già scattata da un paio di anni (mentre il soprintendente era in ferie) e dell’inchiesta della magistratura non si sapeva ancora nulla.
Zampino, riferendosi al Crescent, scriveva così: “La Soprintendenza ha inteso il suo lavoro con ampiezza di vedute e al tempo stesso con moderazione, favorendo la realizzazione di architetture di qualità….senza rinunciare ad esprimere qualche perplessità allorchè alcuni progetti – come quello per il Crescent di Ricardo Bofill – sono sembrati di più difficile impatto rispetto agli altri”.
Di copie del libro se ne trovano davvero poche in giro. Saranno andate a ruba o per averne una basta chiedere al Comune?
© Angela Cappetta Tutti i diritti riservati